Navigando un po’ sul web, mi sono imbattuta in un articolo nel sito di ebookmania.it, il quale citava Waterstones, il distributore di libri britannico, che ha annunciato un accordo con Amazon, distributore di libri italiano. Questo accordo prevede che le due società possano vendere e-book e libri cartacei. Waterstone’s ha dichiarato di aver pianificato una rivoluzione digitale nei suoi negoziche comprende la vendita di Kindle e wifi gratuito per i clienti, questo a primo udito sembra interessante, anche perché è specificato che gli acquirenti potranno scegliere se acquistare l’ebook scaricandolo al momento oppure portare a casa il volume cartaceo; ma non dicono che impatto avrà sugli editori e sulla società.
Per esempio, in questi anni stiamo assistendo a un grande cambiamento nel mondo dell’editoria cioè si sta aprendo la via verso la cosidetta editoria digitale, detto in parole povere si sta passando dai libri cartacei agli e-book. Ora la popolazione che legge si divide, c’è chi preferisce i libri cartacei e c’è chi è più orientato verso gli e-book.
In un articolo dell’Università di Verona in cui è intervistata la docente Federica Formiga c’è il dibattito in occasione di una conferenza tenutasi nella sede romana della Federazione italiana editori giornali ha difeso a spada tratta la carta e l’editoria vecchio stile dall’invasione di iPad e Kindle. “La carta salva il cervello – ha spiegato de Kerchove – va tutelata. La luce cade sulla carta – ha affermato citando Marshall McLuhan con il quale ha lavorato per oltre 10 anni – ed evita l’aggressione dello schermo con la luce che arriva verso il volto”. In questo articolo si mette a confronto la carta che consente la lettura lineare e la lettura sul web con i loro vantaggi e svantaggi;
“La carta ci obbliga ad una lettura lineare, a senso unico, mentre la lettura sul web potrebbe essere più compulsiva portandoci spesso a credere che cliccare equivalga a leggere. Non so se la carta consenta analisi più profonde, certamente il web con la possibilità dell’ipertestualità permette di approfondire alcuni argomenti, sempre, ovviamente che lo voglia l’autore, che inserisce il link, o il lettore che su quel link decide di cliccare. Il concetto di ipertesto viene criticato perché non darebbe modo di imparare visto che per secoli siamo stati abituati ad imparare in maniera sequenziale”
Poi prosegue:
“Certamente, come sopra accennavo il link può portare ad effettuare una ricerca compulsiva facendo venir meno la concentrazione, ma la nostra mente è preparata a pensare dinamicamente, anche se le associazioni della nostra memoria sono destinate alla dissolvenza. Forse la lettura su carta effettuata per secoli ci ha in qualche modo portati a credere che l’andamento lineare sia il più ed il meglio praticabile e a credere che un altro tipo di lettura, su supporti diversi, possa essere solo compulsivo distogliendoci dall’apprendimento”
Questi discorsi, secondo me, riassume tutti i vantaggi e gli svantaggi delle due letture.
Infine dice che anche le biblioteche in un futuro devono effettuare anche la gestione di libri in digitale però non devono mancare le due principali funzioni che contraddistinguono la biblioteca: quella della ricerca e della conservazione.